“La gravità della condizione dei più fragili in questo momento nella città di Roma è un’emergenza che può mettere a repentaglio la vita di centinaia di persone. Per quanto siano numerosi gli sforzi del volontariato nel sostenere le fragilità in particolare quelle degli invisibili, si rende necessario trovare nuove forme di servizio per sostenere l’impegno di solidarietà verso ‘i fratelli più bisognosi’ a fronte delle regole adottate per il contenimento del contagio del Coronavirus”. Lo scrive Lucia Ercoli, direttore dell’associazione Medicina Solidale in una lettera aperta a mons. Gianpiero Palmieri, vescovo ausiliare di Roma e delegato per la carità per la Capitale. “Sarebbe necessario coinvolgere in un’azione unitaria i tanti volontari anonimi e non associati in grandi organizzazioni che ogni giorno mettono a repentaglio la propria vita per farsi vicini ai fratelli più deboli”, continua Ercoli. La presidente dell’associazione chiede al vescovo “una sua parola che in questo momento portasse aiuto, sostegno, conforto e coordinamento affinché nessuno si senta solo nell’esercizio della carità”. Da Ercoli anche la proposta di “indire ogni giorno un momento di preghiera per tutta la diocesi rivolta allo Spirito Santo”.