Coronavirus Covid-19: don Di Noto (Meter), “stare a casa non ha impedito ai pedofili di commerciare materiale e adescare bambini”

“Stiamo preparando gli esercizi spirituali che trasmetteremo on line, la mia terra di missione resta anche internet e cerchiamo di dare il nostro aiuto. Le pillole quotidiane trasmesse via web#lachiesachecè”. E, ancora, celebrazione della messa diffusa attraverso i social, preghiera, studio, contatti telefonici con parrocchiani e volontari, una benedizione al cimitero. Così don Fortunato Di Noto, fondatore e presidente di Meter onlus e parroco, racconta la sua giornata al tempo del coronavirus. “Rispettare le regole, la regola salva la vita tue e quella degli altri”, dice il sacerdote che continua a lanciare l’appello “#iorestoacasa” e alla sua comunità “#distantimaincomunione”.
Quarantena o no, don Fortunato Di Noto da 30 anni comunica sul web per la sua lotta contro la pedofilia. “Stare tutti a casa non ha impedito ai pedofili e a chi vuole fare del male di continuare a commerciare materiale e adescare bambini – ricorda il sacerdote -; denuncia e appello fatto anche dalla Polizia postale italiana (nei primi 15 giorni di marzo aumentate di 47 le denunce per casi di pedofilie e adescamento)”.
Infine, in tempi di coronavirus, per il sacerdote siciliano è essenziale che i ricchi diano un contributo nella lotta al virus e alle forme di povertà. “L’acquisto di macchinari, materiale ospedaliero e quant’altro è utile per questo. Tutti insieme possiamo cooperare e c’è anche una responsabilità sociale di chi è in grado di dare di più”, ricorda don Di Noto.

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