Coronavirus Covid-19: card. Sepe (Napoli) ai sacerdoti, “dare testimonianza di una Chiesa che sa vivere in comunione”

“Dinanzi al perdurare, in maniera aggressiva e preoccupante, della tragica epidemia coronavirus, che mette in grave difficoltà la salute e la vita spirituale dei nostri fedeli e, di conseguenza, il nostro ministero sacerdotale, desidero rinnovare a tutti i sacerdoti la mia paterna stima per quanto tutti, indistintamente, stanno operando per il bene della comunità”. Lo dice il cardinale arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe, rivolgendosi ai sacerdoti. “Vi invito a non scoraggiarvi, mettendo voi stessi, il vostro ministero e il popolo dei fedeli nelle mani di Dio, Padre Misericordioso, che saprà rendervi merito – afferma il porporato –. Vi esorto, nel contempo, a intensificare le preghiere e i sacrifici per il popolo di Dio, soprattutto per le famiglie in difficoltà, per gli ammalati e i loro parenti, per i medici e tutto il personale del mondo sanitario. Affidiamo alla bontà misericordiosa di Dio i defunti a causa del virus. La preghiera è il migliore antidoto contro il male diffuso dal virus”.
Poi un’esortazione: “Ciascuno di noi è chiamato a fare sacrifici per il bene comune, dando testimonianza di una Chiesa che sa vivere in comunione, unita nella preghiera e nell’azione pastorale, per essere di esempio e riferimento per l’intera comunità. Evitiamo, pertanto, qualsiasi forma di particolarismo e protagonismo che possono creare confusione nei fedeli”.
L’arcivescovo ricorda anche “con grande gioia che Papa Francesco, attraverso la Penitenzeria apostolica, concede, nell’attuale situazione di pandemia, l’Indulgenza plenaria ai fedeli affetti dal morbo, agli operatori sanitari, ai familiari e a tutti coloro che, a qualsiasi titolo, anche con la preghiera, si prendono cura di essi”.
Il card. Sepe ha, quindi, ribadito alcune regole: “Le chiese restano aperte soltanto per alcune ore del mattino, a beneficio di qualche fedele che vuole confessarsi o raccogliersi in preghiera individuale, nel rispetto delle regole; sono vietate tutte le cerimonie religiose; sono vietati i riti funebri; è vietata in parrocchia ogni forma di catechesi; non sono consentite processioni e altre manifestazioni di pietà popolare; i sacerdoti celebrano la messa privatamente; non è consentito procedere alla esposizione del Santissimo Sacramento e alla benedizione eucaristica per evitare assembramenti di persone; il sacerdote può portare la comunione all’ammalato come viatico, nei casi gravi e osservando le norme prudenziali”. Le celebrazioni pasquali saranno presiedute dal cardinale arcivescovo in duomo e a porte chiuse.

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