Ilaria Alpi e Miran Hrovatin: Gritta Grainer (#NoiNonArchiviamo), “se fosse fatta giustizia, l’‘andrà tutto bene’ che percorre nel Paese avrebbe una conferma importante”

“Se Ilaria fosse qui sarebbe certo tra chi sta resistendo senza però dimenticare le guerre cosiddette locali e i disastri che provocano in termini di devastazioni e di morti, in particolare donne e bambini che, se riescono a scampare alle bombe, scappano per cercare luoghi dove almeno la vita abbia un valore: ma spesso non li trovano, vengono respinti o trovano luoghi peggiori”. Lo afferma Mariangela Gritta Grainer, portavoce del movimento #NoiNonArchiviamo, nel ventiseiesimo anniversario dalla morte della giornalista Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin a Mogadiscio, in Somalia. “Questo 20 marzo è il secondo senza Luciana e il decimo anche senza Giorgio”, sottolinea Gritta Grainer, riferendosi ai genitori della cronista del Tg3, a fianco dei quali per anni si è battuta nella ricerca della verità. Dopo aver ripercorso le vicende giudiziarie e denunciato molteplici anomalie e depistaggi sul caso Alpi, la portavoce di #NoiNonArchiviamo conferma l’obiettivo del movimento: “Con l’impegno di tutti vincerà l’amore contro l’odio, la verità contro la menzogna, la giustizia contro l’iniquità, la bellezza contro lo squallore e la volgarità, la conoscenza contro l’ignoranza”. E conclude con un appello a Michele Prestipino, nuovo procuratore capo di Roma; dalla Procura della Capitale è stata chiesta l’archiviazione dell’inchiesta per il duplice omicidio: “Sarebbe un bell’inizio se il nuovo procuratore segnalasse che la giustizia non può più attendere: l’‘andrà tutto bene’ che percorre il Paese in queste settimane difficili troverebbe una conferma importante”.

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