In un tempo di emergenza sanitaria nazionale, che richiede l’isolamento delle persone per limitare l’epidemia da coronavirus Covid-19, l’arcivescovo di Lecce, mons. Michele Seccia, si unisce all’iniziativa promossa dal sindaco della città, Carlo Salvemini, assieme al presidente dell’Anci, Antonio Decaro, nei confronti per chiedere al Governo di sospendere le attività di gioco del Lotto, Superenalotto e altre lotterie nazionali, oltre ai Gratta e vinci. “Dio solo sa quante persone, padri e madri di famiglia, vengono a bussare alla mia porta per chiedere aiuto e spesso nascondono le loro ludopatie a causa delle quali hanno gettato nell’abisso se stessi e i propri cari”, dichiara mons. Seccia aggiungendo che “in un momento in cui la situazione sanitaria sta chiedendo a tutti noi piccoli e grandi sacrifici, non è eticamente corretto che si permetta ancora di sprecare denaro per il gioco d’azzardo”. Per l’arcivescovo di Lecce si tratta di “uno schiaffo violento per chi è rimasto colpito dal virus, per il personale ospedaliero che eroicamente combatte ogni giorno per sconfiggere ogni forma di malattie. Ed è un grave affronto verso chi, in casa sta rispettando le regole per provare a fermare la diffusione del contagio”. Una situazione che necessiterebbe un provvedimento per sospendere, almeno, questo tipo di giochi fino alla fine dell’emergenza sanitaria. Questo il pensiero di mons. Seccia appoggiando la proposta di Decaro e Salvemini. “Riceviamo numerose richieste di intervento da parte degli esercenti stessi, preoccupati dagli assembramenti che continuano a crearsi fuori dagli esercizi per il gioco alle lotterie nazionali e al Gratta e vinci”, le parole del primo cittadino leccese: “Anche a causa della diffusione dell’abitudine al gioco si determinano spostamenti all’interno delle città assolutamente non necessari, che rischiano di vanificare tutti gli sforzi di contenimento della diffusione del contagio”. Un provvedimento che viene chiesto possa essere inserito dal Governo nella determinazione delle annunciate misure più restrittive: “Non è tempo di scommesse, questo. Ma di sicurezza e prudenza”.