“L’incalcolabile valore dell’Associazione della gioventù cattolica è formato da giovani che si assumono la responsabilità per se stessi, per la Chiesa e per la patria”, sottolinea mons. Marek Solarczyk, delegato dell’episcopato polacco per l’Associazione, in occasione del rinnovo delle cariche, nell’anno del 30° anniversario di riattivazione del movimento che, ai tempi del regime comunista, in clandestinità, era sostenuto, tra gli altri, da Karol Wojtyla. L’Associazione che unisce i giovani dai 14 ai 30 anni su tutto il territorio della Polonia venne fondata negli anni ’30 del secolo scorso su esempio dell’Azione cattolica. “I giovani hanno delle energie impressionanti e un grande potenziale in ogni ambito della vita”, osserva il presule aggiungendo che “l’impegno dei giovani nella Chiesa è un aiuto al raggiungimento della piena maturità della fede e quella personale”. Secondo mons. Solarczyk, l’Associazione (riattivata nel 1990 dalla Conferenza episcopale polacca che le conferì la personalità giuridica ecclesiale) “è parte importante della Chiesa”, e ha il compito specifico di “dare testimonianza del patriottismo e dei veri valori cristiani”.
“Vale la pena oggi ricordare che cosa sia il sacrifico nella vita sociale e personale, e auspico che i giovani dell’Associazione siano pronti a attestare la loro fede e l’amore per il proprio Paese”, dice il sacerdote. I giovani aderenti all’Associazione sono oggi circa 15mila ed è proprio per loro che l’assistente generale don Andrzej Lubowicki ha di recente pubblicato la guida “Il Dna dell’Associazione” che è “l’invito a un’ancora più grande sollecitudine per una vita matura, una fede responsabile, e un servizio dedito al bene della Chiesa e della patria”.