A seguito dell’ordinanza della Regione Friuli Venezia Giulia emessa domenica 1° marzo e volta a contenere il contagio da coronavirus, l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, ha inviato ai parroci e fedeli della Chiesa udinese nuove indicazioni. Tenuto conto che, a differenza delle precedenti misure, le nuove limitazioni non riguardano le sante messe, il presule ha evidenziato che queste potranno dunque essere nuovamente celebrate a “porte aperte”, alla presenza dei fedeli. Riprende quindi anche “la celebrazione degli altri sacramenti, dei funerali, come pure delle altre celebrazioni liturgiche e devozionali”. Tuttavia, in via precauzionale, in ragione della sospensione di ogni attività scolastica, i vescovi di Udine, Gorizia e Trieste hanno ritenuto opportuno di sospendere, fino all’8 marzo, gli incontri di catechismo così come le attività degli oratori parrocchiali.
Nella stessa nota si specificano alcune indicazioni per la celebrazione della santa messa: non sarà possibile scambiarsi il segno della pace e la Santa Eucarestia dovrà essere ricevuta sulla mano. Inoltre, le acquasantiere dovranno restare vuote. Forte, inoltre, il richiamo all’osservanza di tutte le regole igieniche raccomandate dalle autorità sanitarie e di protezione civile per il contenimento del contagio.
Anche “le attività caritative – scrive ancora mons. Mazzocato – potranno continuare, sempre nel rispetto delle esigenze generali di prevenzione indicate dalle autorità regionali”.
Infine, la sollecitazione a “vivere questa situazione con spirito cristiano, affidandoci fiduciosi a Gesù Cristo, nostro Salvatore e alla Madonna della Salute, nostra amata patrona”. “Preghiamo intensamente il Signore – ha esortato mons. Mazzocato – di concederci la grazia della sua protezione, di donare la guarigione ai malati e la pace eterna a coloro che sono morti. Chiediamo al Signore di sostenere coloro che hanno maggiori responsabilità nella lotta contro questa insidiosa epidemia: i responsabili del governo, le forze dell’ordine, i medici, gli infermieri, gli scienziati, impegnati nella ricerca di efficaci rimedi. Preghiamo, infine, il Signore affinché le conseguenti difficoltà economiche non pesino sulle spalle degli imprenditori, dei lavoratori e, soprattutto, dei poveri e dei bisognosi”.