Undici mesi di lavoro dell’Agenzia Italia per la Cooperazione allo sviluppo (Aics) e della Ong italiana “Un ponte per” (Upp) nel Kurdistan iracheno per garantire formazione professionale e avviamento al lavoro alle giovani generazioni irachene e siriane. È il progetto “Darfat” che in lingua curda significa “opportunità”, pensato, si legge in una nota di Upp, per assicurare un futuro professionale e lavorativo alle persone più vulnerabili, e per questo rivolto ai giovani rifugiati siriani, agli sfollati iracheni, ai disoccupati della comunità ospitante curda, e a 28 donne rifugiate siriane nel campo di Arbat nel centro antiviolenza di Sulaymaniyah, sopravvissute alla violenza di genere. Undici mesi di lavoro per 160 ragazzi e ragazze dai 18 anni in su, con corsi di formazione professionale e tirocini pratici retribuiti per i settori industriale (tecnici elettricisti), grafico-multimediale, radiofonico, tessile e umanitario. Obiettivo ultimo del ciclo di formazioni, spiegano da Upp, è stato anche quello di aprire a nuovi settori in espansione nel Kurdistan iracheno, nel tentativo di coinvolgere senza distinzioni tanto la comunità siriana rifugiata, quanto quella irachena sfollata interna e quella ospitante, rendendo i laboratori occasioni di conoscenza, confronto e coesione sociale. Alcune delle ragazze e dei ragazzi formati dal progetto “Darfat” hanno trovato un impiego stabile nel settore dell’educazione non formale, in quello umanitario, e come tecnici elettricisti. Il progetto “Darfat” è andato ad inserirsi nell’ambito della costante opera di sostegno alle persone vulnerabili che Aics porta avanti nella regione, insieme alle organizzazioni internazionali e nazionali, nonché alle Ong italiane presenti nell’area, tra cui “Un ponte per”, presente nel Paese da 29 anni.