“Come pastori, membri della Chiesa italiana e cittadini di questo Paese siamo tenuti a rispettare le disposizioni delle Istituzioni pubbliche. In questo tempo di grande angoscia per la gravità della tragica epidemia che travolge tanta parte del territorio nazionale, dobbiamo essere di esempio e abbiamo anche il dovere di orientare, informare, formare e guidare il popolo di Dio”. Lo dice con forza il cardinale arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe in merito all’emergenza legata al coronavirus.
“Ora, come sempre, siamo tenuti a dare testimonianza di una Chiesa che vive e opera in comunione, a servizio del popolo di Dio e pe il bene comune. Nessuno, pertanto, deve sentirsi solo e neppure deve agire in autonomia, ma deve attenersi, in coscienza, alle disposizioni comportamentali che come vescovo ho dovuto impartire nel pieno rispetto delle norme, nazionali e regionali, introdotte per combattere il terribile ‘coronavirus’, a tutela della salute e della vita di ciascuno e di tutti”, aggiunge il porporato invitando a “evitare rigorosamente l’assembramento di persone”.
Il cardinale ricorda con fermezza: “Non si esce di casa se non per i motivi fissati dalle autorità civili (lavoro, salute, necessità). Non sono consentite tutte le cerimonie religiose. Le chiese restano aperte ogni giorno, soltanto per alcune ore del mattino e unicamente per consentire a qualche fedele di confessarsi o di confidare una sua pena al parroco o per una breve preghiera individuale; comunque nel rispetto assoluto della distanza di almeno un metro tra persone e in numero assolutamente ridotto in maniera da non creare assembramento. Al sacerdote è consentita la celebrazione della messa rigorosamente in privato, senza l’assistenza di alcuno e senza dare l’Eucaristia neppure al diacono se presente. Non è necessario procedere alla esposizione del Santissimo Sacramento o alla benedizione”.
Poste queste premesse, “nella Settimana Santa, a partire dalla Domenica delle Palme, tutti si uniformeranno, in comunione, alle celebrazioni fatte a porte chiuse nella chiesa cattedrale e trasmesse, generosamente, in diretta televisiva dall’emittente Canale 21. È evidente che è vietato assolutamente distribuire palme e acqua santa. A Pasqua il capo famiglia guiderà la preghiera e benedirà con il segno della croce”.