Imparare a “dare valore alle relazioni, agli affetti, agli abbracci e al silenzio, in un mondo dove tutto è veloce”; accettare che “siamo fragili e limitati”, meditando sulle parole che ci sono state rivolte all’inizio di questa Quaresima: “Ricordati che sei polvere e in polvere tornerai”: sono alcuni dei suggerimenti del vescovo di Acerra, mons. Antonio Di Donna, in questa emergenza legata al coronavirus. E, ancora, prendere consapevolezza che “nessun uomo è un’isola”, ma che “siamo dipendenti gli uni dagli altri” e “l’eventuale imprudenza di uno può danneggiare gli altri”; perciò, capire che “nessuno si salva da solo”, perché “la mia salvezza non dipende solo dai miei atti, ma anche da quelli degli altri”; rendersi infine conto dell’importanza del “bene comune, che è più grande del bene del singolo”, e impegnarsi per esso; per questo, recuperare ognuno il “senso di responsabilità”. È “la lezione di cui fare tesoro quando questa esperienza sarà finita”, sottolinea mons. Di Donna, evidenziando anche che “stiamo vivendo una Quaresima forse unica nella nostra vita” con “la messa senza fedeli e i fedeli senza messa”. “Lo facciamo con sofferenza, perché non c’è niente che possa sostituire la partecipazione comunitaria all’Eucarestia della domenica: la differenza tra partecipare alla messa nella comunità e seguirla in televisione è la stessa che stare vicino al fuoco che scalda e guardare una foto del fuoco”. Il vescovo invita a non farsi “prendere dal panico”: “Il Signore ci conceda di uscire al più presto da questa emergenza”, ma “più umili, più uniti, più responsabili, più consapevoli dei nostri limiti e dei doni che abbiamo e che spesso trascuriamo”.