La Caritas diocesana di Bari-Bitonto vuol essere maggiormente vicina alle tante persone costrette a rimanere a casa. Sarà attiva da domani una linea telefonica dedicata per chi sente l’esigenza di parlare con qualcuno. Gli anziani, le persone sole o chiunque possa sentire il bisogno di confrontarsi con qualcuno, potranno contattare il numero di telefono 0805237311, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 12 e dalle 18 alle 20. #iorestoinascolto è un servizio totalmente gratuito e sarà attivo per l’intera durata dell’emergenza sanitaria, grazie al supporto e alla disponibilità di diversi psicologi volontari. “L’epidemia ci sta mettendo a dura prova – afferma don Vito Piccinonna, direttore della Caritas di Bari-Bitonto –. Siamo tutti smarriti e la paura rischia di prendere il sopravvento. Il corretto rispetto delle distanze e l’isolamento amplifica le nostre preoccupazioni. Per questo, in questo momento, vogliamo continuare a farci prossimi, anche a distanza”. Il servizio affiancherà i diversi servizi che continuano a rimanere aperti: il Centro di accoglienza notturno “Don Vito Diana”, gestito dalla coop. Equal Time è aperto h24 ed ospita circa 40 persone. Grazie ad una stretta sinergia con il comune di Bari, con l’assessorato al Welfare sono anche garantiti i pasti per i senza dimora. Prosegue il servizio lavanderia per i più bisognosi. Restano attive le 12 mense parrocchiali, che somministrano circa 2mila pasti a settimana. Per rispettare le distanze di sicurezza ed attenersi al decreto governativo i volontari distribuiscono ad ogni persona un sacchetto con il pranzo e la cena. Molte parrocchie sono impegnate nella distribuzione dei generi alimentari attraverso i centri di ascolto gestiti che ricevono previo appuntamento telefonico. Le Caritas, le parrocchie, la Fondazione Santi Medici, la Fondazione Giovanni Paolo II, la Fondazione Antiusura San Nicola e Santi Medici di Bari, l’Ass. Micaela onlus, Osa (Oasi strade aperte per padri separati) e diverse realtà della Chiesa locale restano a fianco dei più deboli e dei più fragili, nonostante l’epidemia.