“Siamo immersi in una grande afflizione. Invoca per noi un intervento della sua infinita misericordia”. Così il card. Angelo Comastri, arciprete dalla basilica vaticana, ha introdotto la preghiera del Rosario, trasmessa in diretta streaming insieme all’Angelus. “Dio ci ha dato la capacità di amare e noi abbiamo infangato l’amore, trasformandolo in capriccio volgare ed egoista”, ha proseguito il cardinale: “Ci puniamo con le nostre stesse mani”. “Noi siamo la sofferenza di Dio, e Dio reagisce con una misericordia che è più grande della nostra cattiveria”, ha detto Comastri meditando i misteri del Dolore. Commentando il terzo di essi, in cui si contempla Gesù che viene coronato di spine e ingiustamente condannato alla Crocifissione, il cardinale ha commentato: “E’ una scena che ferisce nostro cuore perché costruita sui noi nostri peccati, soprattutto con i peccati di orgoglio”. Il pianto delle mamme di Gerusalemme, che “inonda di pietà” il cammino di Gesù verso la croce e “smorza la ferocia della pena capitale”, secondo Comastri “ci ricorda che siamo tutti figli usciti dal pianto di una mamma. Mamme di crocifissi, mamme di assassini, mamme di drogati, mamme di terroristi, mamme di stupratori, ma sempre mamme”. “Ma il pianto non basta”, il monito del porporato: “Deve tracimare in amore che educa, in dialogo che costruisce, in presenza che parla. Deve impedire altri pianti”. “Aiuta tutte le mamme ad essere veramente mamme, e aiuta i padri ad essere veramente padri”, la preghiera. Il quarto mistero del Dolore ci mostra Gesù che, portando la croce, cammina verso il Calvario, e viene aiutato da un uomo di Cirene. Accanto a Gesù, sua madre. “Quando si soffre è importante avere una persona vicina che si ama”, ha commentato il cardinale, secondo il quale “si sta spegnendo l’amore e il mondo diventa freddo, inospitale, invivibile. Il benessere ci sta disumanizzando, il divertimento sta diventando una droga”. “Riaccendi in noi la scintilla dell’umanità che Dio ci pose all’inizio della creazione, liberaci dalla decadenza dell’egoismo”, la supplica. Il quinto mistero doloroso è la scena di Gesù che muore sulla croce: “Inizia così un’inondazione d’amore che ora bussa alla porta del nostro cuore e aspetta ora la nostra risposta”, il commento: “Tutti ci possono ingannare, abbandonare, deludere, soltanto tu non ci deluderai mai. Hai lasciato che le nostre mani ti inchiodassero crudelmente alla croce per dire che il tuo amore è vero, è sincero, è irrevocabile”. “Gli anziani vivono giornate faticose, e in te trovano consolazione e pace”, il riferimento all’oggi.