“Dico ai genitori di fare una piccola croce sulla fronte dei bambini, dei ragazzi e anche dei malati, degli anziani che sono magari soli e a cui va dato il nostro impegno di vicinanza. È la croce di Cristo che è fonte di grazia e di vita per tutti; è un piccolo segno di partecipazione a questo momento che abbiamo vissuto insieme ed è anche un segno di amicizia, di consolazione, di speranza del vostro vescovo”. Si è conclusa con queste parole pronunciate da mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e amministratore apostolico di Susa, la celebrazione eucaristia domenicale trasmessa in streaming sui canali social diocesani dalla cappella privata dell’arcivescovado di Torino.
Nell’omelia, mons. Nosiglia ha accostato la pagina evangelica della donna samaritana che al pozzo si sente chiedere da Gesù “Dammi da bere” a quella in cui Gesù, prossimo alla morte in croce, esclama “Ho sete”. “Questo grido – ha commentato l’arcivescovo – risuona ogni momento per le strade delle nostre città e paesi e risuona ovunque ci sono poveri, emarginati e soli, persone e famiglie in difficoltà, rifugiati o senza dimora… Risuona oggi nella vita di tante famiglie che soffrono per l’epidemia del virus che si sta impadronendo di noi”. “In tutti loro – ha notato mons. Nosiglia – Gesù ha sete e noi possiamo dire con Santa Teresa: ‘Siamo invitati a rispondere a questa richiesta amando, amando tutti con l’intensità di amore di Cristo sulla croce’”. “Quel grido – ‘Ho sete’ – ha aggiunto – risuoni anche nel nostro cuore e ci spinga a rispondere con amore sincero al Signore, ma ci dia anche orecchi e cuore per ascoltarlo nelle persone che ci sono vicine e che ci interpellano con la loro situazione di solitudine, di sofferenza fisica e morale, di povertà”.
Al momento dei riti di comunione, l’arcivescovo ha ricordato la possibilità offerta dalla Chiesa di farla spiritualmente: “Chiediamo al Signore di accettare questo sacrificio che ci è chiesto per il bene del nostro Paese, per il bene di tutti; ma nello stesso tempo chiediamo che questa comunione spirituale fruttifichi nel campo della nostra carità, delle nostre famiglie, del nostro vivere di ogni giorno”.