“I vescovi del gruppo 1 non sono in isolamento” ma seguono l’indicazione a “limitare i contatti con l’esterno”. È quanto precisa al Sir Constance Pluviaud, incaricata delle relazioni con i media della Conferenza episcopale di Francia. Era infatti circolata la notizia che in seguito alla positività del vescovo di Anger, mons. Emmanuel Delmas, al test del Covid-19, anche tutti gli altri vescovi (una trentina) presenti al gruppo 1 alla visita ad limina in Vaticano, fossero stati messi in isolamento. La Conferenza episcopale di Francia precisa che i vescovi interessati “stanno rispettando le indicazioni che sono state date in casi di questo genere”. Per le persone che arrivano cioè da una zona dove circola il virus, si chiede di controllare la temperatura due volte al giorno, fare attenzione all’apparizione di sintomi di infezione respiratoria, evitare ogni contatto con persone fragili così come gli ospedali, le maternità, le case per anziani; evitare ogni uscita se non indispensabile. Dal 9 al 23 marzo, i vescovi di Francia avrebbero, come succede ogni 5 anni, fare una visita ad limina in Vaticano. Erano stati pertanto divisi a livello regionale in tre gruppi. Solo il primo però era arrivato a Roma. Era un gruppo di circa trenta vescovi dell’Ovest della Francia (provincie di Rouen, Rennes, Poitiers, Tours et Bordeaux). Avevano incontrato il Papa il 9 marzo e stavano svolgendo i primi incontri con i dicasteri romani quando la visita è stata annullata a causa proprio del rischio Coronavirus.
Fabrice Madouas, direttore della comunicazione della diocesi di Rouen, fa sapere al Sir che mons. Dominique Rouen, uno dei vescovi partecipanti alla visita ad limina, “rimane nel suo appartamento a lavorare, subito dopo aver appreso la notizia di mons. Delmas”.