“Restate in casa. L’epidemia non deve essere sottovalutata e tra le misure di prevenzione c’è quella, prioritaria, di restare a casa”: così il patriarca caldeo di Baghdad, il cardinale Louis Raphael Sako, si rivolge ai fedeli davanti al diffondersi del coronavirus in molti Paesi, al numero crescente delle vittime e alle gravi ripercussioni economiche da questo provocate. Secondo l’agenzia umanitaria dell’Onu, Ocha, al 12 marzo, in Iraq sarebbero almeno 74 i casi accertati e 8 le vittime. Numeri che hanno spinto le Autorità sanitarie del Paese ad adottare severe misure restrittive. “Non lasciate le vostre case a meno che non sia necessario, non c’è alcuna giustificazione per il panico e la paura”, ribadisce il patriarca che esorta alla preghiera in casa e, seguendo l’invito di Papa Francesco, ad accendere una candela davanti all’icona della Vergine Maria o davanti all’immagine di San Giuseppe il 19 marzo. “Riempite il vuoto di questi giorni rafforzando i rapporti familiari, portate avanti lavori domestici e di manutenzione della casa. Questo è il momento giusto”. Il cardinale ricorda alcune misure introdotte dalla chiesa per fronteggiare la diffusione del virus: “le esequie saranno senza il concorso dei fedeli ma solo con i parenti stretti. La salma verrà benedetta e tumulata, lasciando alla fine dell’emergenza la celebrazione della messa. Chiedo ai sacerdoti di portare l’Eucaristia a coloro che ne fanno richiesta facendo attenzione ad applicare ogni forma di e misura di prevenzione”. Il patriarcato ricorda la diretta della messa ogni mattina alle 8. Chi volesse applicare delle intenzioni può chiamare il patriarcato. Analogo appello arriva anche dal corepiscopo Felix Shabi: “Il nostro nemico non è visibile ad occhio nudo e per ora non può essere combattuto con la medicina. Rispettiamo le norme e gli standard di medicina e di salute imposti dalle autorità civili per garantire la nostra sicurezza e quella dei nostri fratelli. Trattiamo coloro che sono con noi a casa, in questa quarantena, con amore fraterno e non con nervosismo, stress e ansia ingiustificata”. Dal Patriarcato caldeo si registrano anche altri interventi, quello di mons. Basel Yalldo, vescovo ausiliare di Baghdad, per il quale “l’epidemia del Coronavirus non deve farci paura. La storia ci presenta molte malattie, ma la fede dell’uomo in Dio rimane la vera medicina. La paura e la resa non sono le medicine per affrontarla”. “È triste – afferma il presule – vedere chiese, moschee e altri luoghi di culto vuoti di fedeli, ma sono ottimista sul fatto che saranno di nuovo pieni e in numero maggiore, perché le persone torneranno a Dio dopo questa dolorosa esperienza. La famiglia umana non abbia paura e si unisca attraverso la preghiera. Dio ci rassicura: Egli guarirà i pazienti debellerà questo virus”.