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Coronavirus Covid-19: Bulgaria, stato di emergenza, strade deserte a Sofia. Mutafcijski (Unità di crisi), “seguiamo linea italiana”. Liturgie cattoliche e ortodosse online

Sofia: centro città deserto dopo i provvedimenti precauzionali del governo

(Sofia) Strade deserte a Sofia e nelle principali città della Bulgaria dopo la dichiarazione di stato di emergenza varata all’unanimità dal Parlamento bulgaro il 13 marzo. Scuole, negozi e ristoranti chiusi, restano aperti solo alimentari, farmacie e banche. Ultimi voli oggi per Roma, allerta alle frontiere per i bulgari che in massa stanno tornando dall’estero. Per ora Sofia dichiara 52 casi di Covid-19 e due decessi, l’unità di crisi però prevede una escalation dei contagi. Infatti, tutti sono invitati a rimanere a casa. “Stiamo seguendo l’esperienza dolorosa dell’Italia e le loro misure”, ha affermato il capo dell’Unità di crisi, il colonnello Mutafcijski, che in un accorato messaggio ha chiesto ai bulgari di rispettare le regole e non uscire di casa perché “è in gioco la vita dei nostri anziani e molti di loro moriranno”. Messe sospese anche in tutte le chiese cattoliche della diocesi di Sofia-Plovdiv su direttiva del vescovo mons. Georgi Yovcev, quasi tutte le parrocchie hanno iniziato la trasmissione delle messe in streaming. “È una decisione sofferta – afferma al Sir il parroco della cattedrale di Sofia, San Giuseppe, frà Jaroslav Babik – ma dobbiamo seguire le misure del governo di non assemblarsi”. Il suo appello alla comunità cattolica è “di pregare assiduamente nelle case e di evitare i contatti con altre persone”.
Sui social network è partita anche l’iniziativa 24 ore di preghiera del rosario per tutti i malati di Covid-19. Anche gli ortodossi dalla basilica patriarcale di Alexander Nevski trasmettono in diretta la divina liturgia e mantengono una distanza tra le persone di 1 metro e mezzo.

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