Si sono svolti ieri a Santiago del Cile i funerali di padre Mariano Puga, morto venerdì a 88 anni di età. Il sacerdote è stato uno dei principali difensori dei diritti umani nei terribili anni della dittatura di Augusto Pinochet. Dopo gli studi in Europa, negli anni Sessanta fu direttore spirituale del Seminario pontificio maggiore di Santiago e negli anni Settanta fu prete operaio nella “comune” di Villa Francia, la zona della stazione centrale della capitale. Risale a quegli anni la sua opposizione alla dittatura. Nel 2009 ottenne il premio “Eroe della pace” dell’Università Alberto Hurtado; il riconoscimento gli fu consegnato dall’allora presidente Michelle Bachelet.
Una volta appresa la morte di padre Puga, il presidente della Conferenza episcopale cilena, mons. Santiago Silva Retamales, ha inviato un messaggio all’arcivescovo di Santiago, mons. Celestino Aós, nel quale scrive: “Sono consapevole che questa gratitudine a Dio per padre Mariano è condivisa da un folto gruppo di compatrioti di diverse generazioni, testimoni della sua proclamazione del Vangelo di Gesù Cristo a favore del più piccolo e semplice, a favore di molte persone in situazioni di povertà, dei lavoratori, delle persone private della libertà, dei malati terminali e di tanti altri gruppi vulnerabili”.
Il presidente della Cech sottolinea che “il cammino instancabile nella sua opzione per il rispetto della vita e della dignità di ogni persona percorsa da padre Mariano, accompagnato da altre persone consacrate e laiche e ispirato da Gesù, continua ancora oggi a illuminare il nostro cammino, soprattutto in questa difficile ora del Paese”.
Durante la messa funebre l’arcivescovo Aós ha detto: “È impressionante notare, in questo caso, come tante persone con diverse sensibilità politiche e persino di diversi credi religiosi si sono sintonizzati con padre Mariano Puga, proprio perché Mariano li ha uniti, li ha attratti e li ha condotti a Gesù Cristo”.