“Questa domenica di Quaresima tutti insieme preghiamo per gli ammalati, per le persone che soffrono. E oggi vorrei fare con tutti voi una preghiera speciale per le persone che con il loro lavoro garantiscono il funzionamento della società: i lavoratori delle farmacie, dei supermercati, del trasporto, i poliziotti. Preghiamo per tutti coloro che stanno lavorando perché in questo momento la vita sociale, la vita della città, possa andare avanti”. Così il Papa, nell’introduzione alla messa trasmessa in diretta streaming da Santa Marta, che proseguirà per tutta la prossima settimana. Commentando il Vangelo di questa domenica, che narra dell’incontro di Gesù con la Samaritana – “è la prima volta nel Vangelo che Gesù dichiara la sua identità” – Francesco ha fatto notare che “non si può essere discepoli di Gesù senza la propria verità, quello che siamo. Non si può essere discepoli di Gesù soltanto con le argomentazioni”. La samaritana, per il Papa, “ha avuto il coraggio di dialogare con Gesù perché questi due popoli non dialogavano fra loro. Ha avuto il coraggio di interessarsi della proposta di Gesù, di quell’acqua, perché sapeva che aveva sete. Ha avuto il coraggio di confessare le sue debolezze, i suoi peccati; anzi, il coraggio di usare la propria storia come garanzia che quello era un profeta. ‘Mi ha detto tutto quello che ho fatto’”. “Il Signore sempre vuole il dialogo con trasparenza, senza nascondere le cose, senza doppie intenzioni”, ha spiegato Francesco: “Sono così. E così parlo con il Signore, come sono, con la mia verità. E così, dalla mia verità, per la forza dello Spirito Santo, trovo la verità: che il Signore è il Salvatore, colui che è venuto per salvarmi e per salvarci”. “Che il Signore ci dia la grazia di pregare sempre con la verità, di rivolgersi al Signore con la mia verità, non con la verità degli altri, non con delle verità distillate in argomentazioni”, ha concluso il Papa.