Un video messaggio alla diocesi nel tempo dell’epidemia di Coronavirus: “Dobbiamo uscire di casa il meno possibile, ma nessun limite è posto alla nostra capacità di credere, di sperare e di amare. Ecco perché la nostra preghiera, in questo momento, deve essere particolarmente unanime, corale, intensa e incessante”. È il vescovo di Lugano, mons. Valerio Lazzeri, a rivolgersi con queste parole ai fedeli della sua diocesi. Al momento, la Conferenza episcopale svizzera non ha preso alcuna misura nazionale e lascia alle singole diocesi la possibilità di prendere le iniziative necessarie in funzione alla situazione locale che non è uguale dappertutto. La diocesi di Lugano ha deciso di autorizzare i servizi liturgici ma ponendo come soglia massima di partecipazione 50 persone e prendendo tutte le precauzioni sanitarie. Agli anziani, ai malati e alle persone più vulnerabili, il vescovo ha accordato una speciale dispensa dal precetto di obbligo di messa domenicale, ha sospeso il servizio di distribuzione della comunione in casa, invitando però i sacerdoti a mantenere un contatto telefonico costante con le persone sole della loro parrocchia.
“In questa ora difficile che ci impone così tante limitazioni, mi sembra importante farvi giungere l’espressione della mia vicinanza, il mio affetto e il mio ricordo davanti al Signore. Abbiamo bisogno più che mai di essere concordi nei nostri sforzi. È vero. Sono necessarie molte restrizioni di movimento, di incontro nella nostra vita quotidiana ma in nessun modo devono esserci restrizioni di cuore. Dobbiamo uscire di casa il meno possibile ma nessun limite è posto alla nostra capacità di credere, di sperare e di amare”, dice mons. Lazzeri nel video messaggio. Il vescovo invita quindi a “pregare per tutti i malati, per coloro che soffrono, per le famiglie preoccupate, per tutti coloro che si impegnano nella cura delle persone che hanno bisogno, e si trovano confrontati con la fragilità. Portiamo nel nostro cuore chiunque abbia responsabilità verso gli altri e deve prendere decisioni importanti. Lo Spirito ci aiuti a trovare modalità sempre nuove per vivere la prossimità. Dobbiamo passare dall’io che pensa soltanto a sé a come cavarsela al noi che si apre alle esigenze degli altri”.