Il servizio di mediazione ora si fa online, in almeno dieci lingue, per spiegare agli ospiti dei centri di accoglienza, gestiti dalle cooperative aderenti a Cp&So, ma non solo, le norme di comportamento legate all’emergenza Coronavirus. È la risposta immediata che è arrivata ad esempio dal centro Paci di Firenze, gestito dalla cooperativa Il Girasole, che ha proposto ai suoi mediatori di tradurre le direttive date dal Governo in pidgin english e in arabo, in afgano e in somalo, per spiegare con chiarezza tramite Whatsapp le precauzioni da seguire nel centro di accoglienza dove si lavora all’integrazione dei migranti. “I messaggi, audio e video, arrivano ai singoli ospiti in tempi rapidi – spiega Roberto Ermanni, direttore della struttura che si trova nel complesso della Madonnina del Grappa – e abbiamo visto che sono stati immediatamente recepiti e le varie norme sono ormai ben rispettate, dalla distanza da tenere a mensa alle indicazioni di lavarsi spesso le mani. Questo strumento si è rivelato talmente efficace che vogliamo usufruirne anche in futuro nella ordinaria organizzazione”. Anche la cooperativa Odissea, a Lucca, ha coinvolto i suoi mediatori culturali per un progetto di promozione delle buone norme igienico-sanitarie e ha condiviso su YouTube il materiale, mettendolo a disposizione di tutti. Sul canale “Covid-19 Information For All” si trovano video di informazione sull’emergenza Coronavirus in otto lingue, tra le quali l’albanese, l’urdu, lingua bambara, lingua twi. Prassi analoghe sono state applicate anche negli Sprar di Pistoia dalle cooperative Arkè e Gruppo incontro che hanno realizzato audio e video condivisi poi con tutta la Rete. Tra gli altri accorgimenti adottati nei centri Sprar/Siproimi gestiti dalle cooperative anche l’utilizzo di Skype che devono fare incontri e riunioni in questi giorni e stanze attrezzate da usare eventualmente per isolare chi presenta sintomi da contagio come febbre e tosse secca. “La sicurezza dei nostri ospiti e dei nostri operatori è in questo momento la priorità”, commenta Francesca Meoni, direttrice area inclusione di Co&So.