“Sono fortemente convinto che la scuola, appena sarà possibile poter ritornare sui banchi, non potrà essere la stessa. Esperienze come quelle di questi giorni segnano inevitabilmente la percezione del mondo che abbiamo, cambiano il nostro linguaggio, ci impongono un modo diverso di percepire le cose”. Lo afferma Sileno Rampado, direttore degli Istituti paritari Filippin di Treviso e coordinatore del consiglio della Missione educativa lasalliana, alla luce dell’emergenza Coronavirus. “Sono queste giornate strane e inattese: forse nessuno davvero poteva immaginare quanto rapidamente si potesse passare da aule traboccanti a spazi vuoti. Nella nostra prassi annuale sono rituali simulazioni di allarme di vario tipo, mai però avremmo immaginato questo”, spiega. Riflettendo sulla didattica in questo periodo, Rampado segnala che “l’attenzione di questi giorni, però, è stata riversata solo sulle tecnologie: webinar gratuiti di formazione, strumenti digitali concessi in uso alle scuole, app, materiali da condividere”. “Tutti abbiamo dimostrato generosità in questo operare, nel tentativo di far fronte all’emergenza. Si sentono già, però, i primi scricchiolii: qualche mail un po’ più accorata di qualche famiglia che chiede minor solitudine per i figli, chi fatica ad adattarsi agli strumenti digitali, chi chiede soluzioni tecniche sempre più performanti”. “Ci siamo accorti che si può lavorare da casa, certo, ma stiamo rischiando di diventare isole. Se la scuola ha senso, è perché è comunità viva, rete di relazioni, web vivo che responsabilmente modifica il mondo”.