“La diffusione del coronavirus ha imposto scelte dolorose per tutto il nostro Paese e la Chiesa italiana ha risposto con la responsabilità di una Madre premurosa per il bene di tutti i suoi figli”. Lo scrive mons. Gino Reali, vescovo di Porto-Santa Rufina, in un messaggio alla diocesi nel quale ricorda di aver disposto “che fino alla data del 3 aprile 2020 ogni celebrazione avvenga senza la partecipazione dei fedeli”. “So bene quanto sia dolorosa questa scelta, ma la presenza del Signore non viene mai meno, lui stesso ce lo ha detto. Dobbiamo conservare questa speranza ed esserne testimoni nel mondo”, l’invito del presule.
“Guardando alle nostre comunità si rimane ammirati di come tanti sacerdoti e laici si sono attivati e continuano ad attivarsi con le più diverse iniziative per custodire le relazioni e il dialogo, a partire dalle possibilità offerte dai nuovi mezzi di comunicazione. Con la creatività della fede e il desiderio di rimanere Chiesa in mezzo al popolo propongono la preghiera a cominciare dalla Santa Messa e dalla riflessione sulla Parola di Dio, perché di questo tempo non rimanga solo il silenzio ma il cammino di ascolto e di fraternità proprio della Chiesa”, prosegue.
Il vescovo ricorda: “Rimanere a casa, come ogni buon cittadino deve fare, è una esperienza assolutamente nuova e apparentemente vuota, per la gran parte di noi, e soprattutto per i più giovani. Può per noi essere l’occasione di cogliere l’essenziale, come la Quaresima ci richiama, fino ad assumere credibilmente l’identità di lievito che Gesù dà ai suoi discepoli”.