“Non ci sono dati scientifici che dimostrino il passaggio del coronavirus in gravidanza da mamma a bambino. Le donne in attesa possono stare tranquille, assumere naturalmente tutte le precauzioni per non esporsi al contagio, ma se anche questo accadesse, continuare a vivere la gravidanza con serenità”. Lo afferma, in un’intervista al Sir, Giuseppe Noia, docente di Medicina prenatale al Policlinico Gemelli e presidente dell’Associazione italiana ginecologi ostetrici cattolici (Aigoc). Nei giorni scorsi una signora del basso Lodigiano, positiva al coronavirus, ha partorito a Piacenza senza problemi e il bambino è risultato negativo al test sul Covid-19. La moglie del “paziente numero uno”, il podista di Codogno, anche lei positiva e incinta all’ottavo mese, è stata ricoverata all’ospedale Sacco di Milano da cui è uscita la settimana scorsa per portare a termine a casa la gravidanza. “La polmonite da coronavirus Covid-19 nelle donna in gravidanza – spiega Noia – non è più grave di quella contratta dalla popolazione generale”. Lo scienziato richiama quindi due studi relativi a casi di Wuhan, pubblicati a febbraio da le autorevoli riviste scientifiche The Lancet e Pediatric Transplantation. Diciannove casi in tutto di donne ammalatesi a Wuhan e che hanno partorito bimbi sani, negativi al coronavirus e in ottime condizioni di salute. Numeri piccoli forse, “ma significativi – precisa l’esperto – perché si riferiscono a Wuhan, l’area in cui è scoppiata con virulenza l’epidemia”. Le analisi effettuate sui neonati, incrociate con i dati testati su liquido amniotico, sangue dal cordone ombelicale, latte materno, “non hanno mostrato passaggio dalla madre al feto del virus Covid-19. Non vi sono dunque evidenze scientificamente forti per supportare la possibilità di trasmissione verticale dell’infezione da mamma a figlio”.