Coronavirus Covid-19: Boscia (Amci), “se si è anziani il rischio è di diventare ‘scarto'”

Nell’emergenza legata al coronvirus “il diritto di vita dell’anziano passa in secondo ordine rispetto al diritto di dignità di ciascuna vita. Spuntano nel linguaggio comune i ‘morti morti’ e i ‘morti ma…’. I ‘morti ma…’ sono gli anziani e si considerano anziane le persone oltre i 60 anni: ‘È morto… ma aveva 70 anni… ma aveva il diabete… ma aveva un handicap’. È vero che statisticamente l’anziano ha più possibilità di andarsene di un non anziano… ma assolutamente non sino al punto di giustificare quel ‘ma’”. È un passaggio della riflessione di Filippo M. Boscia, presidente dell’Associazione Medici cattolici italiani (Amci), per Quaresima e di fronte all’emergenza sanitaria che il nostro Paese sta vivendo.
“Il Covid-19 ha forse sancito che gli anziani semplicemente ‘non sono’?”, si chiede Boscia, per il quale “è il ‘ma’ a turbare, è come se si gettasse in faccia la condanna a chi ha più di 60 anni: ‘Non hai il diritto di farcela, anzi, visto che ci siamo, hai proprio il dovere di toglierti di mezzo con precedenza assoluta. Tu sei un ‘ma’… e via: vai negli scarti!”.
Forse, evidenzia il presidente dell’Amci, “è giunto il momento per richiamare tutti a vivere, ‘senza se e senza ma’, i valori della sapienza, della fede e della carità. Allora, questo è proprio il momento propizio! Attiviamoci tutti!”. Ed “è il momento del riconoscimento del ‘mistero della tomba vuota’, il mistero della Pasqua di Resurrezione, che riepiloga tutti i misteri e ci proietta verso la verità che spesso non riusciamo facilmente a riconoscere”.
Boscia conclude: “Cerchiamo la vicinanza continua del Signore, cerchiamo di rigenerarci nella Sua luce, preghiamo per chi non c’è più, per le vittime del contagio, spendiamoci e preghiamo per gli ammalati, per i sofferenti, per le loro famiglie: a loro rivolgo un particolare pensiero di affetto e solidarietà umana e cristiana. Intensa preghiera rivolgo per tutte le vittime. A quanti nella società civile e nelle strutture sanitarie sono in prima linea al servizio della sofferenza e soprattutto della speranza, rivolgo un incoraggiamento ad essere testimoni di misericordia, forti nella fede e nel loro impegno di carità”.

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