“Gli Oratori sono chiusi… ma la creatività resti aperta!”. Si chiude con questo appello il “Vademecum per le attività di pastorale giovanile ad oratori chiusi” diffuso dalla Consulta regionale di pastorale giovanile della Conferenza episcopale di Piemonte e Valle d’Aosta. Il testo – sottoscritto del vescovo incaricato, mons. Giudo Gallese, e dai delegati don Luca Ramello e Carlotta Testa – vuole essere un invito a “non ‘perdere’ questo prezioso tempo di Quaresima, soprattutto in un periodo così particolare e delicato. Se gli oratori e tutti gli spazi parrocchiali devono essere fisicamente chiusi, non lasciamo che si ‘chiuda’ lo slancio di carità e di prossimità che da sempre ci contraddistingue”. “Sperimentiamo dunque – l’esortazione – nuove e adatte modalità pastorali, che rispondano pienamente alle misure restrittive adottate dalle autorità competenti, confermati dalla Conferenza episcopale piemontese”.
Tra le indicazioni, quella di utilizzare “tutti i mezzi di comunicazione a disposizione, dagli smartphone ai social, dai siti alle piattaforme per riunioni a distanza, per ogni genere di incontro che si ritenga necessario tenere per i nostri Oratori, evitando però un uso eccessivo dei social”. E poi: “Manteniamoci in contatto con i ragazzi e i giovani dei nostri gruppi e dei nostri oratori”, “sollecitiamoli a informarsi sulla reale situazione del contagio e sui suoi principali sviluppi, evitando le fake news. Aiutiamoli a interpretare in senso cristiano gli eventi che stiamo vivendo”. È opportuno poi invitare “ragazzi e giovani a ritagliarsi dei momenti di silenzio quotidiano, per disintossicarsi dall’‘epidemia’ di informazioni che ci circonda. Accompagniamoli nella preghiera quotidiana, offrendo loro sussidi e strumenti per la preghiera personale e utilizzando i social per occasioni di preghiera che evochino la forma comunitaria, ove sia possibile”. Infine, “condividiamo sui canali social diocesani tutte le proposte e le iniziative pensate nei nostri oratori” e “utilizziamo questa piattaforma anche per condividere gli appelli rispetto a necessità concrete, rilevate dai volontari che operano sul territorio”.