“La fame e la sete della giustizia di cui ci parla il Signore è ancora più profonda del legittimo bisogno di giustizia umana che ogni uomo porta nel suo cuore”. Lo ha spiegato il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, dedicata alla quarta Beatitudine contenuta nel Vangelo di Matteo e trasmessa in diretta streaming dalla biblioteca apostolica vaticana. “Nelle Scritture troviamo espressa una sete più profonda di quella fisica, che è un desiderio posto alla radice del nostro essere”, ha proseguito Francesco citando il “discorso della montagna”, il Salmo 63 e Sant’Agostino, che dice: “Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore non trova pace finché non riposa in te”. “C’è una sete interiore, una fame interiore, una inquietudine”, ha aggiunto a braccio. “In ogni cuore, perfino nella persona più corrotta e lontana dal bene, è nascosto un anelito verso la luce, anche se si trova sotto macerie di inganni e di errori, ma c’è sempre la sete della verità e del bene, che è la sete di Dio”, ha assicurato il Papa: “È lo Spirito Santo che suscita questa sete: è Lui l’acqua viva che ha plasmato la nostra polvere, è Lui il soffio creatore che le ha dato vita. Per questo la Chiesa è mandata ad annunciare a tutti la Parola di Dio, impregnata di Spirito Santo”.