“Desidero ricordare che così come negli ospedali vengono curate le malattie del corpo, le chiese servono, tra l’altro, a curare i mali dell’animo e pertanto è inimmaginabile che nelle nostre chiese non si elevino preghiere”, ha scritto in un comunicato mons. Stanisław Gadecki, presidente dei vescovi polacchi, incoraggiando l’aumento del numero delle celebrazioni domenicali affinché, conformemente alle disposizioni delle autorità sanitarie, nelle chiese “non ci siano grandi raduni delle persone”. Negli ultimi giorni in Polonia si moltiplicano gli affetti da coronavirus, benché la malattia vi sia comparsa con un rilevante ritardo rispetto ad altri Paesi europei. Nel comunicato, pubblicato ieri, si ricorda inoltre che la messa domenicale viene regolarmente trasmessa sia da varie stazioni radio che dalla tv di Stato e che le persone anziane e malate possono seguirla da casa. Si ribadisce altresì che durante la liturgia non è necessario stringere la mano in segno di pace. Per “essere liberi dal coronavirus”, i fedeli polacchi pregano da ieri sera a Jasna Góra, il più importante santuario nazionale, ma anche in diverse altre chiese in tutto il territorio nazionale, come ad esempio a Kalwaria Zebrzydowska, luogo particolarmente caro a Giovanni Paolo II, dove invocano l’intercessione della Madonna e del francescano polacco Simone da Lipnica.