È una lettera lunga e accorata quella che mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno indirizza ai fedeli su come vivere la fede in tempi “di distanziamento sociale”. “Dopo la concitazione di questi giorni, desidero tornare a dialogare con voi per accompagnare, con la riflessione che vi propongo, un periodo che non sarà breve, di cui non è prevedibile la durata e che prenderà di sicuro l’intera Quaresima” esordisce. Dopo aver rivolto un pensiero a chi ha contratto il virus, a chi si prende cura dei malati, a famiglie e persone sole, il vescovo di Latina domanda: “Quando l’epidemia finirà, come saremo?”. Se la fede “vive di contatto e di incontro” e l’Eucaristia, “è un momento di contatto per eccellenza”, “nella sua privazione forzata possiamo prendere coscienza che è non meno grave averla trattata tante volte come una abitudine e ricevuta con superficialità”. E insiste: “Questo è un tempo propizio per ridestarci da una fede sonnolenta, tentata dallo scontato e dall’ovvio, bisognosa di recuperare il senso della sua grandezza e bellezza, della sua gratuità e della preziosità del suo dono”. Le parole chiave per vivere questo tempo, secondo mons. Crociata, sono “silenzio, per un equilibrio della nostra interiorità”; “riflessione sulla fragilità umana”; “solidarietà e fraternità, in famiglia e con i poveri”. Un video di mons. Crociata accompagna la lettera, per invitare alla condivisione pastorale attraverso media e social. “Dobbiamo rimanere vivi dentro e affrontare queste settimane con senso di speranza. Il Signore è con noi e ci invita a preparare tempi migliori”, conclude.