“Questa cappella è vuota come quasi tutte le chiese del nostro Paese, sono vuote le strade, sono vuoti gli esercizi commerciali, ma non sia vuoto il nostro cuore, sia riempito di attese pasquali. La Quaresima ci rimanda alla Pasqua, ci fa desiderare la Pasqua, che è gioia, pace, vittoria sulla morte, sulla malattia e quanto mai in questo tempo noi avvertiamo il bisogno di queta vittoria. San Giovanni ci dice che questa vittoria ce la regala la fede. Allora, non sia così vuoto il nostro cuore da non avere la fede, capace di ottenere cose grandi”. Lo ha detto, stasera, il presidente di Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS), Salvatore Martinez, parlando, in streaming sul sito, sulla pagina Facebook e sul canale Youtube, dalla cappella della sede nazionale di RnS Vergine dalle mani alzate, per lanciare una campagna di preghiera #iorestoacasae…prego, in concomitanza con il provvedimento della Presidenza del Consiglio #iorestoacasa.
Il presidente di RnS ha rivolto un pensiero alle 827 vittime registrate finora per il coronavirus e ha invitato a pregare un Requiem eterno. Ancora preghiere alla Vergine con le mani alzate per tutti quelli che stanno soffrendo e per quelli che andranno incontro alle sofferenze, per gli operatori sanitari, le forze di polizia, la Protezione civile, i volontari, i decisori politici, per tutte queste persone particolarmente esposte e da cui deriva la nostra salute pubblica.
“Ci sentiamo privati della libertà ma come dice San Paolo nello Spirito abbiamo la libertà e la libertà che viene dallo Spirito non è altro che l’amore che ci abita – ha ricordato Martinez -. Sembra venire meno la vita, sfidata dalla malattia e dalla morte, allora è importante ritrovarne il gusto, il valore. Sentiamo la fragilità della nostra carne, un senso di impotenza di fronte a un virus killer, che sta provocando tanta paura nel cuore dei credenti, l’inadeguatezza della scienza che cerca soluzioni, l’inadeguatezza della politica costretta a governare questa emergenza. Ma non è il momento di fuggire senza tornare a Dio, ma di rendere ragione della nostra fede”.