L’arcivescovo di Amburgo, mons. Stefan Hesse, è in viaggio sino al 13 marzo in Marocco, per una visita conoscitiva nel suo ruolo di Commissario per le migrazioni della Conferenza episcopale tedesca (Dbk) e di Rappresentante speciale per le questioni relative ai rifugiati. Si informerà sulla situazione dei rifugiati e dei migranti nel Paese nord-africano. All’inizio del suo viaggio, ha dichiarato: “Diverse sfaccettature di migrazione e fuga si incontrano in Marocco. È Paese di origine, transito e destinazione di movimenti migratori. Molti rifugiati cercano di raggiungere l’Europa. Ma il confine con la Spagna è sorvegliato, a volte con l’uso della forza, e la rotta attraverso il Mediterraneo termina tragicamente per molti. La domanda su come possiamo condividere le responsabilità mi accompagnerà nel mio viaggio”. Nel 2019, circa 10mila rifugiati registrati vivevano in Marocco, giunti principalmente dalla Siria, dal Camerun e dallo Yemen. Inoltre, ci sono decine di migliaia di migranti che sono venuti nel Paese dalla regione sub-sahariana. Per la maggior parte di queste persone, il Marocco è solo un Paese di transito, ma sta diventando sempre più Paese di destinazione migratoria.
La Chiesa cattolica locale, che costituisce meno dello 0,1% della popolazione, è impegnata ad accompagnare e sostenere migranti e rifugiati. L’arcivescovo Hesse terrà diversi colloqui con i dirigenti della chiesa, tra cui il card. Cristobal Lopez Romero (Rabat), il nunzio apostolico a Rabat, l’arcivescovo Vito Rallo e rappresentanti della Caritas Marocco. È prevista anche una visita al centro di accoglienza iniziale della Caritas per i migranti. Hesse avrà anche l’opportunità di parlare con il rappresentante dell’Unhcr in Marocco, François Reybet-Degat, e si recherà quindi a Nador, al confine con l’enclave spagnola di Melilla, per incontrare esperti di migrazione dell’arcidiocesi di Tangeri e conoscere vari progetti locali.