“La messa non è finita! In questo periodo, fino al 3 aprile, i parroci e i sacerdoti continueranno a celebrare da soli: come Mosè sul monte, io e loro garantiremo una preghiera ininterrotta per tutto il Popolo di Dio”. Lo scrive l’arcivescovo di Monreale, mons. Michele Pennisi, nella lettera alla comunità diocesana sull’emergenza Coronavirus. “Non sottraiamoci a ciò che in questo tempo possiamo fare con una vita di fede che valorizzi e intensifichi la preghiera personale, il silenzio orante, con un ascolto più attento e assiduo della Parola di Dio”. L’invito dell’arcivescovo è quello di vivere “la dimensione domestica della fede, riscoprendo la preghiera in famiglia, con la recita del Santo Rosario e la meditazione della Via Crucis”. “Prendiamo parte spiritualmente alla messa, attraverso i vari mezzi di comunicazione sociale, valorizzando così la pratica della Comunione spirituale”. Ai sacerdoti mons. Pennisi chiede di “rimanere disponibili per ascoltare le confessioni dei fedeli e per l’accompagnamento spirituale”. Dal presule la vicinanza alle persone colpite dal virus e ai loro familiari, agli anziani esposti alla solitudine, a quanti subiscono le conseguenze di questa crisi sul piano lavorativo ed economico. “Manifesto la mia riconoscenza per il loro generoso servizio agli operatori sanitari, ai volontari, e a coloro che hanno responsabilità scientifiche e politiche per la tutela della salute pubblica”. Quindi, l’incoraggiamento a tutti a “superare il rischio di cadere nello sconforto e nella paura”. “Se da cittadini siamo invitati a seguire le norme di comportamento prudenziale da parte delle autorità e dei vescovi, per evitare il rischio del contagio, da cristiani siamo chiamati a leggere anche l’epidemia del Covid-19 alla luce del Vangelo e a intensificare le nostre preghiere”. Infine, la richiesta di farsi prossimi, “superando le distanze fisiche, anche mediante gli strumenti di comunicazione sociale”.