“L’aggravarsi della situazione sanitaria nel nostro Paese ci impone nuove restrizioni che tutti avete sentito in diretta ieri sera. Queste novità impongono a ogni cristiano e in modo del tutto particolare a noi pastori di essere vicini ad ogni fratello soprattutto con la nostra preghiera e con la celebrazione dell’Eucarestia, seppur senza popolo”. Lo scrive il vescovo di Prato, mons. Giovanni Nerbini, inviando ai sacerdoti diocesani le nuove disposizioni, che fanno seguito alle decisioni che la Conferenza episcopale toscana ha assunto e al decreto del presidente del Consiglio entrato stamattina in vigore. Come scrive mons. Nerbini, le messe continuano ad essere sospese con la partecipazione della gente, ma ogni sacerdote celebra quotidianamente l’Eucaristia per il popolo, pregando anche per la salute di tutti, i malati, le autorità civili e gli operatori sanitari e quanti sono gravati da maggiori responsabilità collettive. “La situazione che si è determinata richiede anche alle comunità cristiane il ricorso alla fantasia pastorale, ad esempio attraverso l’uso dei nuovi mezzi di comunicazione con i quali si può continuare la cura della vita spirituale dei nostri fedeli tramite l’invio di preghiere, Via Crucis, commenti spirituali e quant’altro”, si legge nella nota. E, ogni giorno, alle 17.30, è teletrasmessa su Tv Prato la recita del Rosario e, alle 18, la messa dalla cattedrale, come ogni venerdì la Via Crucis, alle 21.20. Per quanto riguarda le esequie, sono vietate le celebrazioni con l’Eucaristia in Chiesa: “Ci si limiti alla benedizione della salma seguendo il ‘rito dell’ultima raccomandazione e commiato’ o presso l’abitazione del defunto, o presso le cappelle del Commiato o direttamente al cimitero”. Infine, sono annullate tutte le benedizioni delle famiglie previste in questo periodo, “anche a seguito di reclami presentati presso le autorità civili”.