“Non esiste un rinnovamento delle strutture e del modello organizzativo se non è preceduto e accompagnato da un rinnovamento personale e motivazionale di tutti i nostri operatori”. Ed in questo Papa Francesco, “con il suo rigore, rappresenta un esempio al quale ispirarsi, indicandoci una via da percorrere”. Lo ha detto il prefetto Franco Gabrielli, Capo della Polizia e direttore generale della Pubblica sicurezza in Italia, salutando oggi Papa Francesco in occasione dell’udienza ai dirigenti e al personale dell’Ispettorato di Pubblica sicurezza presso il Vaticano. Ricordando il processo riformatore che coinvolgerà nel 2020 tutti gli uffici sul territorio e le strutture centrali della Pubblica sicurezza, Gabrielli ha ribadito che questo “è destinato a risolversi in un impegno velleitario, se non preceduto e accompagnato da un rinnovamento personale e motivazionale di tutti i nostri operatori”. A tale riguardo il Prefetto ha portato come esempio “il rigore del Pontefice”, “perché nulla è più rivoluzionario e dirompente dell’esempio che ciascuno di noi deve fornire attraverso il proprio comportamento. È impossibile richiedere il rispetto delle leggi quando si è i primi a trasgredirle o quando si è i primi a non uniformarsi alle regole che si ha il compito di far rispettare. La nostra funzione – ha rimarcato Gabrielli – impone, infatti, prima di tutto credibilità. I cittadini devono riconoscersi nella nostra Istituzione, l’essere in mezzo alla gente è il significato più vero e profondo del nostro servizio”. E la credibilità, per il prefetto, “non può prescindere dalla disciplina. Una parola oggi apparentemente desueta. Disciplina, che non è soltanto rispetto delle regole ma è anche competenza. Disciplina è anche e prima di tutto rigore morale”. “Santità – ha concluso il Capo della Polizia – noi abbiamo la consapevolezza che il nostro non è un semplice lavoro. È tradizione, storia, abnegazione. Una tradizione che affonda le proprie radici nel sacrificio di tanti che hanno donato la propria vita per la sicurezza della nostra comunità, indicandoci la strada e il modo di percorrerla”.