L’8 febbraio ricorre la Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta. La Caritas di Bari-Bitonto, in una nota diffusa oggi, ricorda “le tante donne costrette a prostituirsi e le tante strade anche del nostro territorio diocesano su cui avviene questo sfruttamento”. La Caritas invita, tuttavia, ad “andare oltre l’apparenza e a non soffermarsi solo sulla nudità dei corpi” che, si legge nel testo, “molto spesso giudichiamo attraverso il finestrino delle nostre auto. Quei corpi mercificati e sfruttati siano uno schiaffo alla nostra coscienza. Siamo sempre più ossessionati dal decoro urbano e ci dimentichiamo del decoro umano”. “Nelle nostre città – denuncia la Caritas – vi è una forte domanda di sesso a pagamento, alla quale la criminalità organizzata risponde costantemente attraverso la riduzione in schiavitù di donne di ogni età”. “Siamo convinti – ribadisce la Caritas di Bari-Bitonto – che l’attenzione alla salute è una prima forma di cura della persona. In questi mesi tanti migranti (incluse le donne vittime di tratta) trovano enormi difficoltà nell’accedere ai servizi sanitari presenti sul nostro territorio. Poter fare prevenzione dalle malattie sessualmente trasmissibili è questione di salute pubblica (vista la grossa domanda di sesso a pagamento), ma ormai è quasi impossibile accedervi. Accompagnare le donne in gravidanza è un percorso ad ostacoli”. La Caritas, a riguardo, ribadisce il suo impegno attraverso il lavoro che dal 2001 l’ass. Micaela Onlus gestita dalle Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento e della Carità, svolge sul territorio. Il 7 marzo la riflessione su questa piaga sociale continuerà con un messa presieduta dall’arcivescovo Francesco Cacucci alle 19.30 presso la parrocchia San Nicola di Bari in Adelfia.