“Ora i mezzi sono andati via e rimane la ferita di questa motrice dilaniata, dopo aver fatto una sorta di testa-coda, e ora è arenata accanto a un caseggiato che ci hanno spiegato è un punto di manutenzione lungo la linea. Il Frecciarossa, pur essendo uscito dai binari, non si è abbattuto, è ancora diritto e rivolto in direzione Sud. Una scena terribile”. Lo racconta al Sir Laura Gozzini, una giornalista de “Il Cittadino” di Lodi, presente in queste ore sul luogo del disastro.
Dove è avvenuta la tragedia è arrivato anche il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che ha spiegato ai cronisti presenti quello che si sa finora della dinamica dell’incidente: “La motrice, su cui si trovavano i due macchinisti morti, si è sganciata dal resto del treno dopo essere andata in collisione con qualcosa che non è stato ancora identificato. La motrice, una volta uscita dal binario, si è sganciata, dunque, per l’attivazione dei sistemi di sicurezza del treno, per evitare di trascinare il resto del convoglio. Fontana ci ha confermato che i passeggeri erano una trentina: ci sono una ventina di feriti, due in codice giallo e gli altri in codice verde. Dei feriti più gravi, uno era a bordo della carrozza 2, due sulla carrozza 3, uno sulla carrozza 4. Il governatore dovrebbe anche andare a trovare i feriti in ospedale, ma non ce lo ha assicurato”, spiega la giornalista.
Per quanto riguarda la circolazione dei treni, ci dice Gozzini, “fino a poco fa, c’erano ritardi fino a 65 minuti, dodici treni cancellati tra alta velocità e locali, la linea qui è interrotta e i treni partono da Bologna. Sembra, inoltre, che qui stiano per arrivare gli psicologi della Societa italiana di psicoterapia dello stress e del trauma (Sipst), anche se ora non ci sono più passeggeri. Probabilmente qui sarà allestito il campo base”. I due macchinisti deceduti sono Giuseppe Cicciù, 51 anni, di Reggio Calabria, e Mario Di Cuonzo, 59 anni, originario di Capua (Caserta).