“Camminare accanto a tutti i fratelli, condividere persino i viaggi più rischiosi; difendere e soccorrere, con spirito di servizio e competente dedizione, fino al dono della vita, sempre invocando la protezione della Madre che veglia sul cammino di tutti”: è questo il compito dei militari italiani indicato dall’arcivescovo ordinario militare per l’Italia, mons. Santo Marcianò, giunto questa mattina a Lampedusa per la prima tappa del pellegrinaggio dell’immagine della Madonna di Loreto, promosso nell’ambito del Giubileo lauretano indetto per ricordare i 100 anni dalla proclamazione di Maria patrona dell’Aeronautica militare. All’inizio della messa, presieduta dall’arcivescovo di Agrigento, card. Francesco Montenegro, celebrata nel distaccamento aeronautico dell’isola, mons. Marcianò, salutando le autorità civili e militari, tra le quali il capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Alberto Rosso, ha ricordato che “la Vergine di Loreto è simbolo del volo, metafora del viaggio della vita e dei tanti viaggi che gli uomini devono affrontare, come sa anche chi si trovi ad abitare o ad operare in questo lembo di terra, bagnata da un mare nel quale si avventurano tanti nostri fratelli e sorelle che fuggono da luoghi di dolore, guerra, ingiustizia, spesso non riuscendo neppure a raggiungere il porto sognato. Maria parte oggi da qui perché Ella viaggia con gli uomini, si mette in cammino accanto a loro, condividendo lacrime e speranze e rimanendo vicina in tanti nuovi inizi”. “A Lampedusa, come in tanti luoghi del nostro Paese e del mondo intero, – ha aggiunto mons. Marcianò – i militari, spesso lontani dalle loro case e famiglie, diventano ‘casa’ per molti, impegnandosi in un’accoglienza ordinata, in grande sinergia con i cittadini, le Istituzioni e la Chiesa locale, con la quale la nostra comunità ecclesiale cresce in comunione di fede e opere”. La Madonna di Loreto, ha concluso l’ordinario militare, “conceda ai militari dell’Aeronautica italiana, ai diversi operatori di volo, a noi qui presenti e alla Chiesa tutta una tale sollecitudine, per renderci capaci di ospitare e cercare ogni uomo con il suo stesso cuore di Madre”.