“L’unità dei cristiani sarà realizzata con piccole azioni, attraverso il dialogo quotidiano dell’amore e della vita, attraverso progetti spirituali, pastorali, culturali e di beneficenza comuni. Non sarà un’unità che scenderà dall’alto, ma un’unità che deve venire dal basso”. Così ha detto l’arcivescovo Celestino Migliore, fino ad ora nunzio nella Federazione russa, che ieri ha salutato la comunità che sta lasciando per assumere il nuovo incarico a Parigi. In una solenne celebrazione nella cattedrale dell’Immacolata concezione della Beata Vergine Maria a Mosca, mons. Migliore si è accomiatato da “interlocutori e amici della Chiesa ortodossa e delle varie confessioni religiose, colleghi del corpo diplomatico, rappresentanti dell’amministrazione e del governo, conoscenti e amici”.
“Guardando alla mia missione in Russia, vorrei sottolineare l’importanza e l’urgenza di lottare per relazioni di comprensione reciproca, empatia, dialogo e franchezza”, ha detto mons. Migliore, “basi affidabili e indispensabili per costruire una convivenza armoniosa e una fruttuosa cooperazione tra popoli, culture e religioni diverse”. “Portare avanti il nostro dovere di lavorare per ripristinare la piena comunione tra cristiani d’Oriente e d’Occidente può sembrare semplice, ma non lo è. Non è una corsa, perché una separazione che dura da secoli non può guarire in un giorno. Ma piccoli passi, a volte più lenti e a volte più veloci, con grande umiltà e perseveranza, danno risultati tangibili”.
Mons. Migliore, classe 1952, era arrivato in Russia nella primavera del 2016. Il trasferimento a Parigi, nelle prossime settimane, sarà l’undicesimo, come egli stesso ha raccontato nella serata di ieri.