“In una fase di rapidi mutamenti e considerato il complesso momento storico che stiamo attraversando, con segnali di stasi, se non di recessione, i rinnovi dei contratti sono un’opportunità da non procrastinare per sostenere la domanda”. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel), Tiziano Treu, commentando i dati contenuti nel 10° Report dell’Archivio nazionale dei contratti collettivi del Cnel.
“I contratti collettivi nazionali di lavoro vigenti – spiega una nota – sono 922. Il dato, aggiornato al 31 dicembre 2019, è in aumento rispetto a quello registrato il 30 giugno 2019 (885 gli accordi censiti)”.
Dal 10° Report emerge che il 59% degli accordi (546), che riguarda circa 11 milioni di lavoratori del settore privato, risulta scaduto. Molti di quelli non ancora rinnovati, inoltre, hanno superato da tempo il periodo di vigenza.
Tra i nuovi contratti registrati nell’Archivio nazionale si segnalano quello relativo alle imprese artigiane cine-audiovisive, che hanno avuto nuovo impulso dalla diffusione del web 2.0 e dalla richiesta crescente del mercato di prodotti video per la comunicazione, e quello per i dipendenti delle imprese di viaggi e turismo.
Il settore con il numero maggiore di contratti è quello del commercio (244), seguito dagli enti e istituzioni private (114), edilizia (75), agricoltura e agroalimentare (53), poi chimici (33); metalmeccanici (36), tessili (29); alimentaristi – agroindustriale (42), edilizia (75); poligrafici e spettacolo (43), commercio (244), trasporto (70); credito e assicurazioni (28), aziende di servizi (47); amministrazione pubblica (19), enti e istituzioni private (114).
“Per ogni accordo – spiega il Cnel – sono indicati le categorie di mercato, le parti contraenti, la data della stipula e quella della scadenza. Dalla fine dello scorso anno, grazie all’accordo tra Inps e Cnel, è possibile conoscere anche il numero dei lavoratori a cui viene applicato ogni singolo contratto. Nonostante il continuo monitoraggio dei rinnovi contrattuali per molti dei contratti scaduti, anche da tempo, non si hanno notizie”.