L’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, ha benedetto ieri pomeriggio l’ampliamento del IV sporgente del porto di Taranto, noto a livello nazionale per essere lo scenario delle morti di due operai Ilva, precipitati dalle gru con la loro cabina in mare, con la medesima dinamica, a distanza di pochi anni uno dall’altro. A tagliare il nastro, ieri, c’era il ministro delle Infrastrutture e trasporti Paola De Micheli. L’opera, costata 78 milioni di euro, è uno dei passaggi necessari della Piastra Logistica portuale, che dovrebbe partire fra un paio di mesi con il nuovo terminalista, la turca Yilport e diversificare l’attività portuale, puntando su commercio e turismo e non più quasi esclusivamente sulle commesse della grande industria. “È un’opera che dà una speranza fondata, non di pure promesse – ha detto mons. Santoro -. Sono venuto con molta attenzione in questo luogo che normalmente mi vede in circostanze tristi. Ci sono stato quando sono avvenuti i due incidenti mortali e invece venire in questa circostanza è come se fosse la premessa per una svolta, per un cammino differente, per uno sviluppo umano e sociale, di tutto il Mediterraneo. Ed il mio sguardo è proprio al Mediterraneo, perché non sia un mare che ospita morti ma che renda possibile l’incontro di culture, di economie, di uno sviluppo di tutta questa parte dell’Europa e di tutti i Paesi che vi si affacciano. Un segnale di speranza ci è stato dato. Ora dobbiamo essere vigilanti perché le promesse si realizzino una ad una, senza lasciare spazio a parole vuote”.