“La città deve essere la casa di tutti”. Ne è convinto il Papa, che nel messaggio per i 150 anni di Roma Capitale cita il Convegno sui “mali di Roma” voluto nel febbraio 1974 dall’allora cardinale vicario Ugo Poletti. “In partecipate assemblee di popolo, ci si pose in ascolto dell’attesa dei poveri e delle periferie”, sottolinea Francesco: “Lì, si trattò di universalità, ma nel senso dell’inclusione dei periferici. “È una responsabilità anche oggi”, l’imperativo del Papa: “le odierne periferie sono segnate da troppe miserie, abitate da grandi solitudini e povere di reti sociali”. “C’è una domanda d’inclusione scritta nella vita dei poveri e di quanti, immigrati e rifugiati, vedono Roma come un approdo di salvezza”, la tesi di Francesco: “Spesso i loro occhi, incredibilmente, vedono la città con più attesa e speranza di noi romani che, per i molteplici problemi quotidiani, la guardiamo in modo pessimista, quasi fosse destinata alla decadenza. No, Roma è una grande risorsa dell’umanità! Roma è una città di una bellezza unica. Roma può e deve rinnovarsi nel duplice senso dell’apertura al mondo e dell’inclusione di tutti. A questo la stimolano anche i Giubilei, e quello del 2025 ormai non è più lontano”.