“In relazione a quanto riportato dalla stampa a seguito delle dichiarazioni rese da don Marco Larosa, parroco di Sant’Eufemia d’Aspromonte, in merito ai provvedimenti giudiziari che hanno coinvolto diverse persone nello stesso Comune intende chiarire che le espressioni improprie utilizzate dal sacerdote ‘super partes’, ‘insabbiare’, non devono essere in alcun modo intese come atteggiamento di ‘imparzialità’ perché smentite da altre dichiarazioni da lui rese con l’intenzioni di evitare ulteriori fraintendimenti, confermando la fiducia nel lavoro della magistratura”. Lo scrive in un comunicato stampa la diocesi di Oppido Mamertina-Palmi in riferimento alla espressione “non voglio lasciare commenti: sono super partes” pronunciata ad una tv locale dal sacerdote all’indomani della maxi-inchiesta Eyphemos della Dda di Reggio, con la quale 65 persone, tra cui sindaco, vicesindaco, presidente del consiglio comunale, un consigliere d’opposizione e un dirigente sono state arrestate.
“Non ci può essere nessun tentativo di ‘strumentalizzare’ dichiarazioni, dandole in pasto ai social network – si legge nel comunicato – attribuendo al sacerdote o alla diocesi omertà, indifferenza o peggio, connivenza, atteggiamenti tutti che invece la diocesi contrasta, e non da ora, con costante attenzione verso i molteplici problemi sociali che derivano da ogni tipo di deviazione criminale”.
La diocesi reggina ricorda che “non è la prima volta” che “si trova nella condizione di dover ribadire in modo chiaro che è contro ogni forma di prevaricazione e violenza criminale, di azione e di pensiero e che con determinazione continuerà su questo cammino”.