Attraverso lo slogan “Corrono i fiumi della solidarietà, la speranza germoglia” (Salmo 1,3), la Conferenza episcopale della Colombia (Cec), attraverso il Segretariato nazionale della Pastorale, ha presentato ieri in una conferenza stampa la “Campagna quaresimale della comunicazione cristiana dei beni”, con cui da oltre 39 anni fornisce assistenza e supporto alle popolazioni vulnerabili del Paese. “Si tratta rendere effettiva la solidarietà, di vivere la condivisione con quei fratelli bisognosi che si trovano in situazioni che richiedono un aiuto immediato”, ha detto mons. Elkin Fernando Álvarez Botero, segretario generale della Cec durante la conferenza stampa, come riferisce il sito internet della Chiesa colombiana.
Riprendendo il messaggio quaresimale 2020 del Papa, il vescovo ha messo in evidenza l’insistenza di Francesco sulla necessità di mettere insieme riconciliazione e carità. E, riprendendo il motto della campagna, ha spiegato che essa “riassume due atteggiamenti: il primo è la volontà di aiutare gli altri. È un invito a rendere effettiva la solidarietà; in secondo luogo, è un orizzonte di speranza, di cui abbiamo tanto bisogno, perché a volte sembra che le circostanze quotidiane ci chiudano verso una strada senza uscita”.
Mons. Héctor Fabio Henao Gaviria, direttore del Segretariato di Pastorale sociale, ha fatto riferimento ai principali fronti d’azione della campagna. Tra questi lo sfollamento forzato (desplazamiento) o il confinamento di intere comunità in molte zone del Paese. Quella del desplazamiento, ha detto mons. Henao, “è una realtà ancora presente, che ha un effetto in molte comunità del paese e, pertanto, parte delle risorse di questa campagna è stata utilizzata per servire le popolazioni sfollate principalmente a Mitú (Vaupés)”. Un’altra attenzione prioritaria è per le popolazioni colpite dal maltempo, dalle calamità naturali e dallo straripamento dei corsi d’acqua. Ancora, ha detto il direttore, “ci sono popolazioni che hanno carenze alimentari molto grandi, soprattutto nelle zone rurali”. Infine, mons. Henao ha fatto riferimento all’emigrazione venezuelana, situazione rispetto alla quale, da tempo, “la Chiesa è molto presente”.