(Londra) “Sta capitando in Gran Bretagna quello che è successo negli Stati Uniti con le elezioni di Donald Trump, ovvero le ‘normali’ regole della politica non vengono più applicate”. Così Michael Keating, politologo, esperto di Unione europea, commenta la posizione iniziale del Regno Unito, alla vigilia dell’avvio delle trattative con la Ue. “Non c’è, in questo mandato, nessuna intenzione di proteggere gli interessi economici britannici e, per questo motivo, il mondo delle imprese è molto preoccupato”, spiega Keating. “Manca anche il tempo fisico perché è impossibile raggiungere un trattato e farlo approvare da tutti e ventisette i Paesi membri entro nove mesi come vuole il governo britannico”. “Per non parlare del malcontento in Scozia dove persino il partito Tory, al quale appartiene il premier, è contrario alla chiusura delle frontiere ai lavoratori europei avviata qualche giorno fa dal governo col sistema di visti a punti”, dice ancora Keating. “Qui abbiamo un bisogno disperato di manodopera straniera”. “Boris Johnson ha perso due ministri delle finanze e del tesoro perché non erano disposti a piegarsi a questa logica di potere che punta a mantenere i voti della parte euroscettica del Paese senza preoccuparsi del benessere economico dei più”, conclude l’esperto.