“Quella che può essere definita come una ‘quarta rivoluzione industriale’ – dopo quella del vapore, dell’elettricità e dell’automazione – implica che sulla base di dati e degli algoritmi che ne derivano sia la tecnologia stessa ad avere capacità predittive sulle attività umane”. Lo ha detto il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, intervenuto all’incontro “The ‘Good’ Algorithm? Artificial Intelligence. Ethics, Law, Health”, in corso in Vaticano per iniziativa della Pontificia Accademia per la Vita. Quella attuale, secondo Sassoli, “è una rivoluzione che ha stravolto i nostri modelli di sviluppo e che deve essere accompagnata ed orientata ad accrescere – e non a diminuire-i nostri diritti di cittadinanza sociale, politica, economica e tecnologica”. “La digitalizzazione e l’automazione stanno cambiando profondamente il nostro modo di vivere il modo in cui ci rapportiamo con la società”, la tesi del relatore, che si è chiesto: “Come evitare che la rivoluzione digitale sia foriera di maggiori disuguaglianze in termini di diritti? Come possiamo fare in modo che il mondo dell’istruzione sia all’altezza di queste sfide? Come possiamo garantire ai giovani un equo accesso ai processi produttivi? Come riusciremo a bilanciare la perdita dei posti di lavoro, determinata dall’avvento delle nuove tecnologie, con le nuove opportunità lavorative?”. “Oggi più che mai, abbiamo bisogno di elaborare politiche che consentano di cogliere i frutti del progresso tecnologico e garantire, al tempo stesso, il rispetto di quegli standard sociali che rappresentano per tutti noi conquiste irrinunciabili”, la proposta del presidente del Parlamento europeo.