“Un primo passo per mettere in moto un processo di aiuto alle Chiese che vogliono preparare o aggiornare le loro Linee guida, e possono contare su persone competenti che le aiutino”. Così padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI e moderatore dell’incontro su “La protezione dei minori nella Chiesa”, nel Meeting point svoltosi oggi in sala stampa vaticana, ha definito la “task force” che prende l’avvio ad un anno esatto dal summit sulla Protezione dei minori convocato da Papa Francesco. “Solo alcune decine, nel mondo, le Conferenze episcopali che non hanno ancora elaborato le Linee guida sugli abusi”, ha riferito conversando con i giornalisti: “Si tratta di pochissime eccezioni, alcune delle quali comprensibili perché provengono da Paesi che si trovano in situazioni di guerra o di povertà estrema, o che non hanno casi urgenti o impellenti”. Di “imminente” pubblicazione, inoltre, il “vademecum” annunciato alla fine del summit di febbraio scorso, uno strumento agile a disposizione dei vescovi che tiene conto anche delle “grosse novità” in materia di disposizioni sulla lotta agli abusi intervenute proprio in questo ultimo anno, delle quali la più rilevante, secondo Lombardi, è costituita dalla “Vos estis lux mundi”, la lettera apostolica emanata dal Papa nel maggio scorso, che rende l’obbligo di denuncia “canonicamente obbligatorio”. Quanto all’obbligo di denuncia alle autorità civili, Lombardi, sollecitato dalle domande dei giornalisti, ha ricordato che “non c’è una linea generale: si seguono le leggi dei rispettivi Paesi”. “Sarebbe un abuso di potere che la Chiesa debba dire: ‘si deve fare così”, ha puntualizzato: “Sono le rispettive Conferenze episcopali che devono tener conto di quale sia il loro rapporto con le autorità civili. Non c’è una norma generale. Non a caso, è uno dei punti più importanti di cui trattano le Linee guida”.