“Il presbitero in questi ultimi anni ha subito i colpi degli scandali, finanziari e sessuali. Il sospetto ha drasticamente reso i rapporti più freddi e formali; non si gode più dei doni altrui, anzi, sembra che sia una missione distruggere, minimizzare, far sospettare”. E’ l’analisi del Papa, contenuta nel discorso preparato per la liturgia quaresimale con il clero romano, letto dal cardinale vicario Angelo De Donatis. “Davanti agli scandali il maligno ci tenta spingendoci ad una visione ‘donatista’ della Chiesa: dentro gli impeccabili, fuori chi sbaglia!”, la denuncia di Francesco: “Abbiamo false concezioni della Chiesa militante, in una sorta di puritanesimo ecclesiologico. La Sposa di Cristo è e rimane il campo in cui crescono fino alla parusia grano e zizzania. Chi non ha fatto sua questa visione evangelica della realtà si espone ad indicibili e inutili amarezze”. In ogni caso, ammette Francesco, “i peccati pubblici e pubblicizzati del clero hanno reso tutti più guardinghi e meno disposti a stringere legami significativi, soprattutto in ordine alla condivisione della fede. Si moltiplicano gli appuntamenti comuni – formazione permanente e altri – ma si partecipa con un cuore meno disposto. C’è più ‘comunità’, ma meno comunione! La domanda che ci facciamo quando incontriamo un nuovo confratello, emerge silenziosamente: ‘chi ho veramente davanti? Posso fidarmi?’”.