Una Quaresima iniziata ieri senza la celebrazione del rito delle ceneri e senza le sante messe nella prima domenica di Quaresima. “Non dobbiamo pensare che questo ci esoneri dal cercare il Signore nella preghiera”: lo scrive il vescovo di Chioggia, mons. Adriano Tessarollo, in una riflessione pubblicata sul settimanale diocesano “Nuova Scintilla”, per la Quaresima che prende spunto anche dall’emergenza legata al coronavirus. “Proviamo a puntare lo sguardo sullo stimolo che ci viene da questa situazione – l’invito del presule -. Da tanto tempo abbiamo capito che la famiglia deve essere la prima scuola e il primo luogo di preghiera. Da tanto tempo si parla di famiglia ‘piccola Chiesa’, di ‘Chiesa domestica’. Possiamo provare a vivere questa realtà in questa occasione, magari anche con i fratelli o figli che partecipano poco alla celebrazione eucaristica nel giorno del Signore? Potrebbe essere l’opportunità di iniziare un processo che abbia un seguito nel fare delle nostre famiglie luoghi di pratica e di educazione alla preghiera, che avrà poi nella comunità eucaristica domenicale il suo culmine”. E, prosegue, “se ci capita oggi di non poterci radunare nei grandi spazi delle nostre chiese, cerchiamo di trovare il tempo congruo e prolungato di riunirci nelle nostre case in preghiera. Gli strumenti non ci mancano”. Poi, un altro invito: “Finalmente ascoltiamo in famiglia la Parola di Dio, parliamo tra di noi famigliari della nostra fede, verifichiamo come viviamo le nostre relazioni, domandiamoci e doniamoci il perdono, ringraziamo il Signore insieme per le cose buone che viviamo in famiglia, invochiamo insieme il Signore per le necessità di ciascuno di noi”. Allora, “non avremo bisogno della preghiera preparata e letta da altri, ma in famiglia faremo uscire dal cuore di ciascuno le invocazioni di aiuto e i sentimenti di ringraziamento. Forse sperimenteremo anche la fragilità o anche la mancanza di una fede personale e allora senza paura mettiamo nelle nostre labbra la preghiera del vangelo ‘Credo, Signore, ma tu aiuta la mia incredulità!'”. In famiglia “diventa più significativo l’abbraccio di pace e di riconciliazione e la preghiera del ‘Padre nostro’ tenendosi per mano. Non è mai troppo tardi per cominciare. Trasformiamo questa speriamo momentanea emergenza in una opportunità troppo spesso o quasi sempre oggi trascurata”.