“Clericus cup “non solo come momento di divertimento e sana competizione” ma anche “come momento di formazione pastorale” dal momento che lo sport “è uno strumento unico di incontro, può aiutare a formare i giovani nella virtù; può essere insomma mezzo di educazione, evangelizzazione e santificazione”. Non ha dubbi Santiago Perez de Camino, responsabile dell’Ufficio chiesa e sport del Dicastero laici, famiglia e vita. Intervenuto alla presentazione oggi a Roma della XIV edizione del mondiale calcistico della Chiesa promosso dal Csi (patrocinio Ufficio nazionale tempo libero, turismo e sport Cei; Dicastero laici, famiglia e vita e Pontificio Consiglio della cultura), Perez de Camino commenta lo slogan “Pray and play”: “È possibile giocare mentre si prega e pregare mentre si gioca perché, come dice san Paolo, facciamo tutto per la gloria di Dio. Anche il gioco è dunque un momento per dare gloria a Dio”. Sedici le squadre in campo dal 7 marzo al 30 maggio; 330 i calciatori di 70 diverse nazionalità. Il Messico è lo Stato più rappresentato con 31 giocatori in 5 squadre; quattro le squadre che hanno partecipano fin dalla prima edizione del torneo: North American Martyrs, Collegio Urbano, Mater Ecclesiae e Sedes Sapientiae. Fa il suo rientro il Pontificio Collegio ucraino e si presentano ancora insieme il Collegio brasiliano con il Collegio portoghese nella Alleanza Luso Brasiliana.Tre giorni prima della conclusione, mercoledì 27 maggio, dopo l’udienza generale, Papa Francesco saluterà una delegazione di rappresentanti delle 16 squadre, benedicendo il pallone e la coppa della finale.