Magistratura: Mattarella, “Costituzione sicuro riferimento per interpretare norme. Arbitrio e imprevedibilità minerebbero fiducia in ordine giudiziario”

(Foto: Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

“Interpretare e applicare le norme è un compito fisiologico per i magistrati, che va svolto avendo come sicuro riferimento i valori e i principi della Costituzione. Occorre, infatti, aver ben chiaro il confine che separa l’interpretazione della legge dall’arbitrio nella creazione della regola e dalla imprevedibilità della risposta di giustizia. Arbitrio e imprevedibilità che rischierebbero di minare in maniera seria la fiducia nell’ordine giudiziario e la sua credibilità”. Lo ha affermato, stasera, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando al Quirinale i magistrati ordinari in tirocinio nominati con decreto ministeriale del 12 febbraio 2019.
“La prevedibilità delle decisioni costituisce un’aspettativa più che legittima nelle società contemporanee, fondate sullo Stato di diritto. Al contempo la coerenza giurisprudenziale nell’interpretazione delle norme rinforza la fiducia dei cittadini nel sistema giudiziario, giacché dà attuazione al principio di uguaglianza dettato dall’art. 3 della Costituzione, assicurando la parità di trattamento tra casi simili”, ha proseguito il capo dello Stato.
L’evoluzione giurisprudenziale “è un’esigenza ineludibile per la crescita della civiltà giuridica – un valore per l’ordinamento – ma essa deve essere il frutto di un percorso che richiede serietà nell’approfondimento e ponderazione nelle scelte: vi sono estranee estemporaneità e avventatezza”. E, ha aggiunto, “compete anche a voi, giovani magistrati, farvi carico di un’interpretazione delle norme che sia responsabilmente orientata ad assicurare una risposta giudiziaria adeguata alle istanze di tutela ma necessariamente sempre radicata nel diritto positivo.
Questo anche in ossequio all’indipendenza nell’esercizio della funzione giudiziaria, condizione irrinunciabile e valore riconosciuto dalla Costituzione, tutelato dall’attività del Consiglio superiore della magistratura. Significa darne attuazione nella consapevolezza del singolo magistrato che la sua decisione – per quanto individuale – è espressione dell’ordine giudiziario al quale appartiene, tanto che può essere messa in discussione nelle varie fasi del giudizio”.
È allora evidente come il sapere giuridico sia requisito indispensabile ma da solo non sufficiente per l’esercizio costituzionalmente puntuale della giurisdizione. Si rivelano, infatti, altrettanto importanti la capacità di ascoltare e di confrontarsi culturalmente, in maniera franca e rispettosa, innanzitutto all’interno dell’ufficio giudiziario, come pure in tutte le occasioni di elaborazione e approfondimento che la magistratura ha promosso, ormai da tempo, in ambito sia professionale che associativo.

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