“Almeno una bambina e altri 9 civili sono stati uccisi oggi in seguito al bombardamento di 10 scuole a Idlib, in Siria”. Lo denuncia Save the Children e il suo partner sul campo Hurras Network, secondo cui delle scuole colpite alcune erano in funzione, altre erano in pausa per un giorno e altre ancora venivano utilizzate come rifugi.
“In questa fase – spiega una nota – caratterizzata dall’escalation del conflitto, si tratta del più alto numero di edifici scolastici colpiti in un solo giorno a Idlib, almeno dall’inizio del 2019. Dall’inizio del 2020, sono già 22 le scuole bombardate, di cui quasi la metà in questa giornata”.
Save the Children e Hurras Netowork stanno continuando a verificare le informazioni sugli attacchi odierni, la maggior parte dei quali ha avuto luogo durante l’orario scolastico, ma – prosegue la nota – “possono confermare che almeno 3 insegnanti sono stati uccisi, mentre decine di altri bambini e almeno 7 insegnanti sono rimasti feriti. La bambina che ha perso la vita nell’attacco di oggi è stata colpita fuori dalla sua scuola, mentre tentava di abbandonare l’edificio che è stato bombardato in modo diretto. In un’altra scuola usata come riparo dalla popolazione sfollata, sono invece 4 le persone rimaste uccise dagli attacchi e 15 i feriti”.
“Le scuole devono essere un luogo sicuro per i bambini, anche in una zona di conflitto”, ha dichiarato Sonia Khush, direttrice di Save the Children in Siria. “Gli attacchi di oggi – ha aggiunto – sono l’ennesima conferma che i combattimenti nella nord-ovest della Siria hanno raggiunto livelli catastrofici di violenza contro i bambini e contro i civili che vanno ben oltre ciò che è accettabile nei conflitti”. “A Idlib nessun posto è sicuro, nemmeno le scuole”, conclude Khush, ribadendo che “chiediamo a tutte le parti in conflitto di garantire la protezione di cui hanno bisogno ai bambini e ai civili, così come vanno protette le scuole e gli ospedali, affinché i bambini possano studiare ed essere curati. Le leggi internazionali in materia di diritti umani devono essere rispettate, senza più nessuna scusa”.